Il gruppo Cult of the Dead Cow ha sviluppato un codice per creare app e social network rispettosi della privacy
Il collettivo sta lavorando allo sviluppo di un sistema che permetterà di creare app di messaggistica e social network in grado di proteggere la #privacy degli utenti. Negli ultimi tempi il gruppo ha sviluppato un codice chiamato #Veilid (vay-lid),
https://www.wired.it/article/hacker-sistema-perfetto-privacy/
@AlexFox Anonimi o riservati? Essenzialmente, nel contesto in cui vivo, a me interessa più la riservatezza. Essere anonimi non significa necessariamente “sparire”, significa che la “potenza di fuoco” per beccarti sarà direttamente proporzionale al reato commesso, ma prima o poi… Non dimentichiamo che l’anello debole è sempre tra la sedia e la tastiera, una svista, una distrazione e puff!!! L’anonimizzazione è un concetto ben più ampio che usare solo un’app @pgo @informapirata @informatica
@datak Bella riflessione mi piace (scusate mi intrufolo sempre) @AlexFox @pgo @informapirata @informatica
@datak naturalmente esistono diversi livelli di riservatezza adatti ognuno al tipo di “gioco” sociale cui si sta giocando, che vanno dal nickname facilmente riconducibile all’utente reale, al nickname pseudonimo ma rintracciabile dal provider, al profilo realmente anonimo, ma è importante che tutte queste diverse possibilità siano consentite. Questo è un principio che indica il livello di libertà in qualsiasi società, reale o virtuale.
@AlexFox @pgo @informatica
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@datak infatti tranne il pezzotto fatto dalla FBI con il famoso “telefonino ultrasicuro”, i casi recenti di disvelamento dell’identità di hacker o di cybercriminali sono avvenuti attraverso indagini non-informatiche in cui l’ingegneria sociale l’analisi di ricorrenze linguistiche/onomastiche ha consentito di risalire alla vera identità dei soggetti.
Questo però dimostra che la crittografia è ancora un mantello dell’invisibilità pressoché impenetrabile
@AlexFox @pgo @informatica
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